Appunti di psicologia sociale


Indice

  1. Gli atteggiamenti ed i metodi per misurarli
  2. Il pregiudizio
  3. Persuasione e influenza sociale
  4. Il gruppo
  5. La teoria del grande uomo
  6. Dinamiche di gruppo


Fonte

La psicologia sociale è lo studio di come i comportamenti ed i pensieri delle persone possano essere influenzati dalla presenza effettiva o immaginata degli altri, o dai loro atteggiamenti e pregiudizi. Infatti, il giud izio sociale guida i comportamenti delle persone.

Gli atteggiamenti ed i metodi per misurarli
Torna all'indice

Gli atteggiamenti sono delle associazioni tra un oggetto e la sua valutazione; essi guidano l'azione. L'oggetto di un atteggiamento può essere di tipo sociale (per es. un gruppo sociale, un partito politico, una classe scolastica...) o fisic o (es. una sedia, un computer...).

Secondo il modello tripartito degli atteggiamenti, ogni atteggiamento è costituito da tre fattori: fattore cognitivo, fattore affettivo, e fattore comportament ale (ovvero la risposta di avvicinamento o di allontanamento dall'oggetto).

Gli atteggiamenti si possono rilevare attraverso metodi espliciti o impliciti. Come metodo esplicito, per esempio, può essere sottoposto al soggetto un set di domande. Le domande esplicite sono molto precise nella raccolta dei dati, però il soggetto ha il controllo totale delle risposte. Infatti, quando si parla di argomenti socialmente desiderabili, il soggetto può rispondere in maniera normativa, ovvero mette in atto il comportamento più adeguato al contesto. Questo è il problema della desiderabilità sociale: il soggetto dà risposte non veritiere solo per dare un'immagine di sé socialmente accettabile.

I metodi per misurare gli atteggiamenti possono essere espliciti o impliciti. La Scala Likert viene utilizzata per richiedere alle persone il loro grado di accordo riguardo ad un set di domande. La scala è di 5 o 7 punti. All'estremo più basso si è completamente in disaccordo; all'estremo più alto, al contrario, si è completamente d'accordo. Il set di domande ruota sullo stesso tema, ma ne analizza più sfaccettature, in modo da comprendere fino in fondo la valutazione complessiva del soggetto riguardo ad un tema.

Tra i metodi impliciti, vi sono le scale di pregiudizio sottile. Esse investigano l'oggetto in modo indiretto. Vengono poste domande indirette del tipo: "I neri stanno diventando troppo esigenti nei loro sforzi per l'uguaglianza dei diritti".

Come altro metodo implicito, la comunicazione non-verbale può essere utilizzata per rilevare indirettamente gli atteggiamenti. Essa è parzialmente controllabile. Infatti, se ci concentriamo, possiamo controllarla in parte, sopprimendo gesti ed espressioni facciali. Tuttavia, se ci focalizziamo troppo sulla comunicazione non-verbale, perdiamo il controllo degli altri aspetti della comunicazione.Gli indicatori emotivi sono espressioni facciali (complete, oppure micro-espressioni) . Tra gli indicatori cognitivi rientra ad esempio la frequenza del battito delle palpebre, la quale indica il carico cognitivo investito dal soggetto. Gli indicatori comportamentali riguardano l'avvicinamento o allontanamento dal target.

Il pregiudizio
Torna all'indice

E' la tendenza a considerare un outgroup (contrapposto all'ingroup) in modo ingiustificatamente sfavorevole. Tale tendenza non è limitata alle semplici valutazioni, ma orienta concretamente all'azione. Uno dei principali metodi per ridurre il pregiudizio è il contatto sociale, perché il pregiudizio si basa sulle poche informazioni che abbiamo su un outgroup, che vengono generalizzate. Il contatto sociale consiste nell'aumento delle interazioni e nella conoscenza tra membri di gruppi diversi. Il pregiudizio può permanere anche in seguito ad esperienze che ne dimostrano l'infondatezza. Il pregiudizio ha un ruolo nello spiegare il conflitto. Il pregiudizio si basa su informazioni sommarie o assenti su un oggetto sociale, ovvero i cosiddetti stereotipi. Lo stereotipo è un'immagine mentale semplificata al massimo riguardante una categoria di persone, condivisa da una grande massa di persone.

Persuasione e influenza sociale
Torna all'indice

La persuasione è il tentativo di influenzare credenze e comportamenti. Da chi è più facile essere persuasi?

  • - da persone simili a noi;
  • - da persone autoritarie;
  • - da persone per cui proviamo simpatia: quando una persona che ci fa simpatia ci trasmette un umore positivo, tale umore facilita la modificazione dei nostri atteggiamenti

Inoltre, tendiamo a riprodurre comportamenti o ad adottare idee degli altri. Il fatto che gli altri facciano o pensino queste cose ci rassicura da una parte, e ci deresponsabilizza dall'altra (=influenza della maggioranza sulla popolazione). Anche la scarsità di un bene (o la percezione della sua scarsità) è un persuasore.

Il gruppo
Torna all'indice

E' stato inizialmente (primi del '900) descritto come negativo, così come il costrutto di leadership. Gustave Le Bon, in Psicologia delle Folle, parla di una degenerazione irrazionale della folla e del processo di depersonalizzazione. Secondo Freud, il gruppo riduce le capacità intellettive. I principali processi di gruppo nei confronti del leader sono:

  • - proiezione dell'ideale dell'io sul leader;
  • - identificazione con il leader;
  • - minor funzionamento dell'io;
  • - emersione dei bisogni primitivi, stimolati dalla comunicazione del leader;
  • - regressione di gruppo;
  • - sviluppo di relazioni oggettuali primitive.

Wilfred Bion, osservando dei gruppi di soldati che gli erano stati affidati per la riabilitazione dopo la seconda guerra mondiale, sviluppò la teoria degli assunti di base:

  • - assunto di base di dipendenza (es. la Chiesa): dipendenza da un capo, che viene divinizzato. Il capo viene considerato in grado di risolvere tutti i problemi del gruppo. Su di lui vengono proiettate tutte le aspettative. Se il capo delude tali aspettative, il gruppo si rivolge ad un altro leader, o il soggetto entra a far parte di un altro gruppo;
  • - assunto di base di attacco / fuga (es. esercito): convinzione magica che esista un nemico comune e che le uniche tecniche siano l'attacco o la fuga. Si cerca un leader che diriga l'azione.;
  • - assunto di base di accoppiamento (es. aristocrazia): convinzione magica secondo cui la risoluzione dei problemi del gruppo sia possiile per mezzo della nascita di un essere, una specie di messia. E solo in questo caso è tollerata l'unione di due membri del gruppo.

La teoria del grande uomo
Torna all'indice

Secondo questa teoria, il successo di un leader dipende da caratteristiche interne e stabili. Nelle primissime versioni (fine '800), per caratteristiche stabili si intendevano l'etnia e la genetica, mentre in seguito ci si è focalizzati di più sulla personalità. In effetti, alcune ricerche moderne hanno confermato che esistono tratti di personalità correlati all'abilità di leadership, come ad esempio la mascolinità / femminilità, l'estroversione, la dominanza, l'intelligenza (che comunque non deve essere di troppo superiore a quella del gruppo). e l'intelligenza emotiva. Tuttavia, questi tratti da soli non sono sufficienti per definire inequivocabilmente un grande leader, perché il successo di un leader non dipende solo da questi tratti, bensì anche dal contesto.

La teoria situazionale sostiene che il successo del leader dipenda esclusivamente dal contesto. L'approccio transazionale supera i limiti di entrambe le teorie (troppa focalizzazione, da una parte, sulle caratteristiche interne del leader, e dall'altra, sul contesto situazionale), ritenendo egualmente importanti i fattori interni e quelli contestuali. Inoltre, secondo tale teoria, non è soltanto il leader che influenza i membri del gruppo, ma sono anche questi ultimi che, con le loro richieste, influenzano il comportamento del leader.

Dinamiche di gruppo
Torna all'indice

Ciò che tiene insieme i partecipanti è la regolarità di interazione, dando vita ad una distinta unità con una propria identità sociale. I membri si aspettano determinate forme di comportamento l'uno dall'altro. L'appartenenza al gruppo, quindi, influenza il concetto di identità sociale, ovvero quella parte dell'identità correlata al fatto di appartenere ad un gruppo sociale. L'identità sociale non è un fattore stabile, ma può attivarsi in determinate circostanze. Questa attivazione è chiamata in psicologia salienza.

Il gruppo è caratterizzato da un obiettivo comune; produce regole e credenze sull'adeguatezza di comportamenti ed atteggiamenti, influenzando quindi questi ultimi. Si basa sull'interdipendenza dinamica tra i partecipanti. La prospettiva psicologica dell'interazionismo sostiene che il gruppo sia più della somma delle sue parti e che le realtà individuali dei componenti del gruppo vengano modificate dal gruppo stesso. I soggetti, dunque, vengono trasformati dal gruppo, facendo emergere nuove realtà psicologiche e comportamentali.

Le proprietà del gruppo sociale sono cooperazione e coesione. La cooperazione è il grado in cui i componenti del gruppo agiscono in modo da trarre mutuo vantaggio, ed essa è influenzata da fattori quali la vicinanza sociale, la somiglianza percepita, la condivisione di un destino / obiettivo comune e la reciproca fiducia / empatia. La coesione è data dall'insieme delle forze psicologiche che conservano l'appartenenza delle persone al gruppo stesso.

Gli effetti negativi delle dinamiche di gruppo sono: depersonalizzazione, diffusione della responsabilità, bullismo, group thinking.

Scarica le slide di questa lezione

di Michele Cucuzzella